Ho capito diverse cose in relazione all’essere magra, secondo i punti di vista degli altri, fra cui che è essere magra è sinonimo di:
- una genetica fortunata quando all’università, durante l’esame di biochimica della nutrizione, la professoressa (40 anni e in perfetta forma) mi disse “ora sei magra, ma vedrai che alla mia età ingrasserai anche tu”, che detto da lei mi sembrò un’affermazione fuori luogo, oltre che acida.
- di invidia quando qualcuna, parlando con mia mamma, insinuava “ma non è troppo magra per fare la nutrizionista?” (leggi: ma non avrà problemi di anoressia?).
- di bellezza quando mi capita di provare un vestito e mi sento dire dalla commessa di turno “beata te che sei così magra, ti sta bene tutto!” (ma quando mai?!).
- di felicità quando alcune donne, con il mio stesso fisico, sono venute in visita “per essere magra come lei dottoressa, cosa fa per essere così?”.
Io non ho mai scelto di essere magra, lo sono per costituzione. E scrivo questo articolo per dire che essere magra non è sinonimo di fortuna, né di felicità, né di bellezza. Essere magra è semplicemente una caratteristica e anche io ho dovuto fare pace con la mia “magrezza”.
Sono cresciuta in una famiglia di donne in cui la taglia più piccola di reggiseno è la terza abbondante e io arrivo a mala pena alla seconda.
Mi sarebbe piaciuto indossare reggiseni dai modelli più diversi, le scollature, i vestiti “curvy”, i costumi interi, i tailleur, le maglie larghe e i camicioni ma tutto ciò avrebbe solo enfatizzato la mia magrezza.
Ho cercato di farci pace scegliendo le cose che mi avrebbero fatto stare bene. Ho scelto uno stile di abbigliamento che valorizza il mio fisico. Sport che non mi fanno perdere ulteriormente peso; un’alimentazione equilibrata evitando di saltare i pasti o di mangiare poco perché il mal di testa e la debolezza sono sempre dietro l’angolo. Ho imparato a sorvolare sulla frase che mi sento ripetere ogni volta quando vado dai parenti: “ma sei dimagrita?”, perché nel dopo guerra essere in carne era sinonimo di salute. A evitare ragazzi che hanno sempre un consiglio per me, dalla scarpa con il tacco (io adoro le ballerine), al taglio di capelli (“tipo quell’attrice/modella”). Ho scelto uno stile di vita che mi faccia sentire bene. Ascolto il mio corpo, coltivo le mie qualità e scelgo le persone che mi stanno intorno.
Fortuna, felicità e bellezza non dipendono dal tuo corpo ma da come vivi il tuo corpo (e più in generale la tua vita).
Lì fuori ci sarà sempre qualcuno pronto a criticare o a puntare il dito contro per evidenziare quello che hai o non hai ed è lì che dovrai essere in grado di trasmettere quello che sei.
Puoi darti il permesso di essere felice, bella e fortunata? Io credo proprio di sì, e in questo il corpo non c’entra perché è qualcosa che parte da dentro di te.
Se dentro ti te:
- sei consapevole di te stessa, dei tuoi valori, dei tuoi talenti, di tutte le qualità uniche che hai e che sei consapevole di avere, lo trasmetterai anche alle persone intorno a te.
- non c’è più posto per l’auto-critica o per quella voce interiore che evidenzia solo i tuoi difetti, non ci sarà posto nemmeno fra le persone la fuori.
- ci sarà solo amore per te stessa e per il tuo corpo e se riconosci (finalmente) la tua bellezza interiore, gli altri non potranno far altro che rifletterti la stessa cosa.
Credimi: chi pensa il contrario non avrà mai il coraggio di controbattere alla tua sicurezza. Si allontanerà in automatico, andando a disturbare chi questa consapevolezza non ce l’ha.
Paragonarsi ad altre persone è il torto più grande che possiamo fare alla nostra persona. La nostra essenza brilla in un angolino in attesa di poter allargare sempre di più la sua luce per trasmetterla all’esterno. Riscoprire la tua unicità non è un regalo che fai solo a te, ma anche agli altri, perché gli permetterai di fare lo stesso!