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Life Coaching

Perché ho scelto il Kundalini Yoga

Ho iniziato a pensare allo yoga circa un anno fa. Avevo trovato diversi centri a Torino, ma non era scattata la scintilla con nessuno di loro. Così, ho espresso l’intenzione di iniziare yoga con l’augurio che la vita facesse incrociare le nostre strade.

E’ successo quando meno me l’aspettavo

Quest’estate, in pieno Agosto, stavo andando con un amico in un paese di montagna. Abbiamo fatto tappa a metà strada per fermarci a prendere un po’ d’acqua e dopo qualche minuto sono arrivate alcune donne con il turbante in testa. Ho riconosciuto subito questo tipo di turbante, tipico del Kundalini yoga. Avevo iniziato ad ascoltare i mantra di Snatam Kaur, una cantante e insegnate di Kundalini yoga americana, e non è stato difficile riconoscere quella coincidenza.

Ho capito che era arrivato il momento di esplorare il Kundalini Yoga e mi sono informata sui corsi disponibili in città.

Per tutta un’altra serie di coincidenze, troppo lunghe da raccontare, ho conosciuto Adeline, la mia attuale insegnante di Yoga, la sua amica Margherita che gestisce l’associazione Palazzo Caprioli a Brescia e un Ministro Sikh, un settantenne americano in tour a Torino allievo di Yogi Bhajan, cioè di colui che ha portato il Kundalini Yoga in America e quindi in occidente.

Perché ho scelto il Kundalini Yoga

In quei giorni, coincidenza dopo coincidenza, indizio dopo indizio, si è aperta tutta una serie di eventi che hanno contribuito ad arricchire le mie esperienze.

Il Kundalini yoga è una pratica che comprende esercizi, meditazioni e mantra. Ho iniziato a recitare e ad ascoltare i mantra regolarmente e si sono mossi aspetti della mia vita che hanno coinvolto non solo me, ma anche le persone che mi stavano vicino, portando a galla alcuni nodi irrisolti e facendo in modo che potessero trovare una loro armonia.

Ho trovato nel Kundalini quello che cercavo: disciplina, devozione e crescita spirituale.

L’incontro con Gurmukh Kaur Khalsa

Sono una curiosa per natura e ho “conosciuto” Gurmukh Kaur Khalsa leggendo i libri di Gabrielle Bernstein, in cui parla della sua esperienza con Gurmukh, una delle insegnanti più longeve. Gurmukh è stata un’allieva diretta di Yogi Bhajan, ha 76 anni e da oltre quarant’anni pratica e insegna il Kundalini yoga.

Mi sono chiesta cosa potesse trasmettere una persona come lei. E’ solo un nome “famoso” o c’è altro? Così, mossa dalla curiosità, ho deciso di partecipare ad uno dei suoi workshop internazionali il 12 e 13 Aprile a Barcellona, dove vive una cara amica. Ho colto l’occasione per vedere una città nuova e toccare con mano una classe di yoga con Gurmukh.

Il giorno del workshop l’ho osservata a lungo, apprezzando la sua capacità di rendere un gruppo di 100 persone affiatato e gioioso. Al termine del workshop le ho chiesto una foto insieme. Ho pensato “il tempo di una foto e via..!” e invece Gurmukh ha iniziato a farmi delle domande: come mi chiamavo, da dove venissi, cosa facessi lì. Le sue parole mi suonavano calme e senza tempo. Per un attimo tutto si è fermato e ho avvertito chiaramente la sensazione di chi, di fronte a te, ti comunica: “io ti vedo per quello che sei, io ti riconosco”. Ed è stato in questo ri-conoscermi che mi sono persa nelle sue parole e nei suoi occhi sereni.

In Gurmukh ho sentito una fortissima devozione che poche altre volte ho sperimentato stando vicino a qualcuno nella mia vita. Insieme a una sensazione di amore e di accoglienza che solo una persona che ha lavorato profondamente su di sé è in grado di trasmettere.

In quei pochi minuti, Gurmukh mi ha toccato il ciondolo dei fiori australiani incuriosita dal liquido al suo interno e mi ha salutata chiedendomi se ci saremmo riviste. Magari un giorno ci rivedremo, chissà.

Nel frattempo questo incontro mi ha segnata profondamente. Ho ripensato a quante volte ci lamentiamo pensando ad amici, parenti o partner che disattendono le nostre aspettative “non comportandosi” o “non facendoci sentire” come noi vorremmo. E a quanto tutto questo sia solo un’illusione, perché nessuno può darci qualcosa che ha origine solo dentro di noi, che solo noi possiamo darci per prime/i.

Io ti auguro di circondarti di persone che ti facciano sentire come mi sono sentita io durante quei minuti con Gurmukh: amata, accettata e accolta. Che ti dicano “io ti vedo e ti accolgo come sei”. Che ti vogliano bene per chi sei autenticamente, rispettando e accogliendo la tua unicità, e non per chi dovresti essere secondo loro.

Perché, come ha ripetuto Gurmukh più volte durante il workshop, “self-love has no condition, the only condition is to live it right now, in the present moment” = “l’amore per se stessi non ha condizioni, l’unica condizione è quella di viverlo ora, nel momento presente”. 

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