C’è una cosa curiosa che accade da quando sono entrata ufficialmente nei miei 40 anni: mi capita di passeggiare e di veder scorrere davanti ai miei occhi pezzi di vita vissuti anni prima.
Mentre la quotidianità passa velocissima, mentre mi trovo in una città o in un’altra, mi capita che tutto improvvisamente rallenta e vedo in slow-motion qualche esperienza passata.
Sarà che i 40 ti portano inevitabilmente a fare un bilancio: a che età possiamo dirci realizzate? E dov’è che si origina questa realizzazione? In un lavoro? Nel creare una famiglia? Nello scegliere una vita da nomade digitale come vediamo sui social?
Ultimamente me lo chiedo spesso.
Quel momento in cui ho scelto Torino
Alla soglia dei 30 anni ho vissuto uno dei più grandi cambiamenti della mia vita, scaturito da una crisi esistenziale che mi ha messa di fronte a una scelta.
Come racconto nel mio nuovo libro Mindful Freelance, era arrivato per me il momento di sperimentare se l’intuito di cui avevo tanto letto e studiato, fosse davvero un sesto senso da mettere alla prova o meno. Per me, abruzzese di nascita, dopo qualche anno dall’avvio della libera professione ho scelto di cambiare completamente città e ricominciare da zero.
E ho scelto, intuitivamente, Torino.
Città magica, la definiscono. Ma io di magia ne sapevo poco, per cui mi sono affidata alle mie sensazioni. Il resto è storia, perché ormai sono quasi dieci che ho scelto Torino come la mia seconda città!
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La parentesi abruzzese durante il master in Medicina Biointegrata
A fine 2022 ho deciso di rientrare in Abruzzo per seguire il master universitario in Medicina Biointegrata.
Fra un cavillo burocratico e l’altro il percorso di studi è partito in ritardo e si è protratto fino a Marzo 2024, momento in cui ho discusso la tesi.
Un periodo di tempo durante il quale per il 2023 e il 2024 ho vissuto fra l’Abruzzo e Torino, dove in una settimana torinese concentravo il lavoro e mantenevo le amicizie.
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Vita sui social VS realtà
C’è una cosa curiosa che mi accade, oltre a quella di rivedere pezzi di vita quando attraverso Torino, Milano, Roma o altre città in cui sono stata.
Ed è quella di essere contattata da persone che mi hanno conosciuta all’università, al liceo, alle medie.
Ai loro occhi, dai social la mia vita da freelance è una vita realizzata, dove sono “sempre in giro”, dove ci sono eventi, corsi, libri scritti, interviste, podcast raccontati.
Ebbene, quella che sembra una vita di successi in realtà è anche una vita di sfide, di fallimenti, di delusioni, alcune volte dure da accettare. E non sempre quello che vorrei realizzare si realizza davvero, anzi.
Durante la mia parentesi in Abruzzo, ho provato a offrire una collaborazione gratuita per migliorare i servizi sanitari locali. Ad avviare un centro studi per la fertilità. A realizzare un centro di medicina integrata con colleghi che alla fine si sono rivelati scorretti nei miei confronti.
Nessuna di queste cose si è realizzata, eppure, continuo a immaginare come potrei migliorare il posto in cui sono nata e (per ora) non mi sono ancora stancata di farlo!
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Il rientro a Torino e la consapevolezza di una vita in viaggio
Mi rendo conto che la vita da freelance potrebbe non essere lineare. Cioè, fatta di quella quotidianità dove c’è casa – lavoro – tempo libero – relazioni.
La mia, per esempio, si dispiega fra Torino e Sulmona (AQ).
Per un momento ho pensato di dover scegliere “da che parte stare”. Poi, grazie a un percorso con Francesca D’Uva, consulente filosofica, ho capito che potevo scegliere entrambe. E che si può vivere in due posti, dove posso coltivare cose belle in entrambi i territori.
Questo Marzo 2025 mi apre a un nuovo capitolo della mia vita da freelance: rientrare a Torino, con lo sguardo verso il centro Italia.
Una vita in viaggio quindi: la vita che mi sono scelta, per ora!