Il cibo e la dieta ormonale femminile sono fondamentali per l’equilibrio ormonale.
Le problematiche legate all’alterazione dell’equilibrio ormonale femminile stanno aumentando sempre di più. Di fronte a questa situazione, la maggior parte delle volte si trascura l’importante ruolo dell’alimentazione ormonale e i suoi effetti sul ciclo.
Come la dieta influisce sul tuo ciclo ormonale femminile
Il rapporto fra ormoni e alimentazione è spesso trascurato: nel campo dell’alimentazione è raro dare indicazioni specifiche durante il ciclo ormonale femminile. Eppure, gli ormoni influiscono sul cibo e, allo stesso tempo, il cibo influisce sul tuo equilibrio ormonale.
Questa relazione fra cibo e dieta ormonale femminile è reciproca ed è dovuta a diversi motivi.
- All’alternarsi, durante i 28 giorni, della fase estrogenica e della fase progestinica. Gli estrogeni hanno un’azione di stimolo sul metabolismo e sul corpo e durante la fase estrogenica è facile sentirti più attiva. Il progesterone, al contrario, ha un effetto di rallentamento sul metabolismo e favorisce la ritenzione dei liquidi, con il risultato che in questa fase potresti sentirti molto più gonfia e appesantita.
- Al modo in cui il cibo influenza gli ormoni. Durante i 28 giorni, il cibo può assecondare la fase ormonale oppure ostacolarla, a seconda del tipo di nutrienti in esso contenuto e in quale fase viene utilizzato.

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Tre cibi da evitare nella tua dieta per il ciclo ormonale femminile
Nell’equilibrio fra alimentazione e ormoni bisogna ridurre al massimo alcuni tipi di alimenti. Cominciamo quindi dal vedere i principali cibi che contribuiscono negativamente a un corretto equilibrio ormonale femminile.
1) Gli zuccheri raffinati e le farine bianche
Con la definizione di “zuccheri raffinati” intendo tutti gli zuccheri artificiali come: lo zucchero bianco, lo zucchero di canna, il fruttosio, la saccarina e l’aspartame. Per “farine bianche” intendo tutte le farine che nei processi di lavorazione abbiano perso la crusca e le gemme, sbiancate con delle sostanze consentite per legge. Il loro effetto nell’organismo è quello di:
- favorire le oscillazioni glicemiche. Gli zuccheri raffinati e le farine bianche hanno l’effetto di “spremere” il pancreas affinché produca più insulina. Ne consegue una grande oscillazione glicemica in cui si passa da momenti di iperglicemia a momenti di ipoglicemia subito dopo. Questa instabilità glicemica predispone all’aumento di peso, all’alterazione dell’equilibrio ormonale e a molti altri effetti che nel tempo si traducono in disturbi metabolici.
- sottrarre all’organismo preziose vitamine e sali minerali. Fra le vitamine, quelle del gruppo B sono richieste in maggiori quantità per smaltire gli zuccheri raffinati e vengono quindi sottratte ad altre importante funzioni fra cui la concentrazione, l’energia fisica e i processi di depurazione.
- non apportare nessun nutriente positivo all’organismo, sono i cosiddetti alimenti con calorie vuote.
Suggerimento: sostituisci zuccheri raffinati con miele da produttori locali o sciroppo d’agave e, più in generale, riduci il consumo dello zucchero nelle bevande o nel the per abituarti a gustare il sapore naturale dei cibi che mangi.
2) Gli acidi grassi industriali
Indicati con il nominativo di “grassi” o “oli idrogenati” inclusi quelli dal nome apparentemente innocuo di “grassi vegetali” che in realtà nascondono olio di palma o di colza.
Hanno una forma biochimica che non è presente in natura e sono modificati industrialmente per aumentare la conservatività del prodotto e si conserva perché il microorganismo non è in grado di degradare l’alimento.
Sono presenti in tutti i prodotti confezionati sia nei prodotti dolci che salati e influiscono negativamente sull’equilibrio ormonale. Gli ormoni infatti sono prodotti a partire da acidi grassi ed è fondamentale che il substrato da cui questi ormoni si formano siano una fonte buona di acidi grassi.
Suggerimento: evita i prodotti confezioni e utilizza olio extravergine da cotto e da crudo di origine biologica, olio di semi di lino da crudo e altri fonti di acidi grassi essenziali come i semi di Chia.
3) Latte e derivati
Sempre più studi oggi dimostrano che un abuso del latte di mucca ha diversi aspetti negativi per la salute. A parte l’intolleranza al lattosio, molto diffusa, c’è il problema delle caseine del latte che essendo proteine molto grandi sono anche difficilmente digeribili. Inoltre, negli allevamenti intensivi è possibile trovare nel latte tracce di ormoni e di antibiotici, proprio perché le mucche vengono sfruttate al massimo per produrre latte e spesso hanno mastiti e infezioni dovuti ai macchinari utilizzati.
Un luogo comune da sfatare è quello che il latte da calcio. Al contrario, il latte sottrae calcio e sali minerali perché e un alimento acidificante e difficilmente digeribile per l’organismo. Non dimentichiamo infatti che il latte in natura è destinato al vitello e non di certo all’uomo.
Suggerimento: sostituisci il latte con delle bevande vegetali. Se vuoi, puoi fare tu del latte di mandorla, di nocciole o di riso in casa, basta avere un frullatore!

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