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Nutrizione e alimentazione olistica

Calorie: nutrizione o matematica?

Le calorie sono (erano?) la base di partenza per qualsiasi discorso nutrizionale.

Vengono rapportate al funzionamento del nostro organismo perché il corpo ha un “metabolismo basale” definito come “la quantità minima di energia richiesta dall’organismo per svolgere le attività necessarie al mantenimento e al funzionamento dei tessuti” e si esprime in Kcal/giorno. Il cibo introdotto nel corpo con gli alimenti si trasforma nell’energia che il nostro organismo consuma durante le varie attività e funzioni.

Ne consegue che una differenza tra calorie introdotte e calorie consumate quotidianamente determina la variazione del nostro peso.

Si potrebbe riassumere che diminuendo le calorie introdotte con il cibo, il nostro fisico consuma le “scorte” e riduce i “chili di troppo”? Sembrerebbe di sì, a quanto pare è sufficiente applicare questo piccolo (e neanche troppo impegnativo) ragionamento per perdere peso.

Ma è davvero così? E’ sufficiente un semplice ragionamento con addizioni e sottrazioni delle calorie per spiegare un meccanismo complesso come il dimagrimento?

Le calorie sono tutte uguali?

Confrontiamo un pomodoro ciliegino ed un cucchiaino di zucchero: entrambi hanno 20 calorie.

La differenza però è qualitativa: il pomodoro è ricco di enzimi e sali minerali. Contiene il Licopene, che è una molecola con un alto potere antiossidante, ed ha un effetto benefico sullo stomaco e sulla stimolazione del fegato.

Lo zucchero in origine non è “bianco”: viene sbiancato con delle sostanze consentite dalla legge che gli conferiscono un colore “apparentemente” candido. Gli zuccheri a immediato rilascio, come quello raffinato preso in considerazione o peggio come quelli artificiali, mettono in difficoltà il pancreas. Le sue cellule devono produrre un picco di insulina che sicuramente non giova all’organismo per motivi che approfondiremo in altri articoli. Inoltre lo zucchero non apporta enzimi, sali minerali e vitamine come quelli che ritroviamo nel pomodorino, ma ne richiede altrettanti per essere smaltito.

Possiamo quindi definire le calorie dello zucchero “vuote”, in quanto non apportano nessun nutriente. Ma l’organismo ha bisogno proprio di sostanze come vitamine, sali minerali e altre molecole per il suo metabolismo. Queste sostanze esulano dai canonici carboidrati, proteine e grassi che tutti conosciamo e che ritroviamo nelle etichette a fianco ai valori calorici.

Torniamo al dimagrimento

Gli ultimi studi dimostrano che quando il corpo umano vede diminuire l’introito di cibo mette in moto dei meccanismi legati alla primordiale paura di morire di fame. Inizia quindi a diminuire i suoi consumi e a rallentare il metabolismo basale, attingendo spesso alla “massa magra” per ricavare energia (cioè i muscoli) e non a quella “grassa” come molti pensano. Il risultato è un dimagrimento temporaneo. Non appena si ricomincia a mangiare “normalmente” infatti, l’organismo, che conserva ancora il segnale di “allarme”, tenta di immagazzinare tutto il cibo che gli è possibile in vista di una futura carestia.

L’effetto di una dieta ipocalorica è visibile nelle lunghe e frustranti diete a “yo-yo”, in cui una persona alterna periodi di dimagrimento a periodi di sovrappeso, semplicemente perché lo specialista che la segue ha deciso di fermarsi al primo ragionamento sulle calorie.

In realtà è solo la punta dell’iceberg. Il sovrappeso ha diverse cause e può derivare da sedentarietà, da un metabolismo rallentato, da disfunzioni ormonali, da intolleranze alimentari e da emozioni e condizionamenti inconsci.

Sta allo specialista individuarne il motivo e rimettere in moto l’organismo affinché reagisca al meglio con gli stimoli nutrizionali, che non corrispondono necessariamente a quelli calorici e che dovrebbero sfruttare l’azione che ogni alimento esercita nell’organismo.

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(fonte immagine: pixabay.com)