Sabato sono stata al Freelance Day da Toolbox Coworking a Torino. Non avevo mai partecipato ad un Freelance Day e non mi sono mai trovata nella condizione di dover scegliere fra posto fisso o vita da freelance perché avevo ben chiaro che nel mio campo l’unica strada fattibile sarebbe stata la libera professione.
Trascorrere una giornata ricca di interventi interessanti da seguire e di confronti stimolanti con altri freelance mi ha dato modo di riflettere molto. Ho preso consapevolezza che fra le cose in comune, i freelance ne hanno una su tutte: il mazzo che si fanno, o per citare Annamaria Anelli: “che cosa accomuna noi freelance? Il culo. Quello che ci facciamo per cercarci un cliente e per tenercelo, per fare un lavoro come si deve e per farci pagare, per formarci e aggiornarci ogni due per tre”. Ed è proprio da qui che parto con le mie considerazioni, maturate durante un intervento sul prezzo giusto.
Sull’affermazione secondo cui bisognava dire di no ai clienti che non pagano o che giocano al ribasso con un preventivo, c’è stato un applauso generale seguito da una standing ovation. Alla domanda se ci fosse qualcuno fra il pubblico che voleva raccontare il suo “no” ad un cliente, l’energia è però cambiata completamente. E’ seguito un improvviso silenzio.
In quei brevi secondi di impasse ho capito quanto sia importante parlare di qualcosa che non ha nulla a che fare con le strategie di comunicazione. Nè con la gestione del regime fiscale, il cliente ideale, la formazione o il prezzo giusto. Qualcosa che però, nel contempo, le attraversa tutte: la paura.
La paura di mettersi in gioco, la paura di fare scelte sbagliate. La paura di fare errori di percorso, di non essere all’altezza della situazione e, una per tutte, la paura di non trovare clienti.
Quando siamo immersi nella paura, diventiamo un magnete per situazioni che vibrano sulla frequenza della paura, dell’insicurezza e del caos. Il nostro potere personale scende al minimo storico. Ci troviamo così in situazioni attirate dalla nostra condizione interiore fatta di pensieri ed emozioni contaminate dalla paura.
I vantaggi di un NO
Sono fortemente convinta che dire di NO non ci espone al rischio di non avere più clienti. Bensì al suo esatto opposto.
Dire di NO richiama in noi due cose fondamentali: il coraggio di darci un valore e l’atto di mettere dei confini.
L’etimologia della parola “coraggio” deriva dal latino cor – cuore: quando sentiamo di dover dire di no è il cuore che ci parla ed è l’intuito che ci guida a fare una scelta, quella per noi più costruttiva. Ne sono così convinta perché l’ho vissuto prima sulla mia pelle. E poi l’ho portato in giro con l’Authentically You Tour lo scorso anno.
Darsi valore vuol dire riconoscersi e riconoscersi attiva il nostro potere personale. Quello a cui rinunciamo ogni volta che abbiamo paura, senso di colpa o insicurezza.
Darsi valore vuol dire cambiare la vibrazione e invitare nella propria vita situazioni che rispecchiano il valore che ci diamo, sotto forma di clienti, di soldi, di relazioni, di circostanze.
Mettere dei confini vuol dire essere consapevoli di occupare uno spazio del mondo, uno spazio che nessun’altro può occupare al posto nostro. Uno spazio che rischia di ridursi in modo infinitesimale se lasciamo che gli altri lo invadano continuamente mentre noi siamo rimpiccioliti dalla sensazione della paura.
Dire di NO con convinzione non ci mette a rischio di ridurre le opzioni sul piatto. Al contrario, moltiplica in modo esponenziale le opportunità che sono in linea con quello che sentiamo essere giusto per noi. Avere il coraggio di dire NO vuol dire anche assumersi la responsabilità di scegliere e la responsabilità di dare una direzione alla propria vita.
E questo purtroppo non succede solo nella vita di un freelance ma nella vita di tutti.
L’antidoto per la paura
Per superare indenni la paura c’è un unico antidoto: l’amore. L’amore incondizionato di cui parlano tutti i filoni mistici occidentali e orientali, antichi e moderni.
Si può scegliere ogni giorno l’amore invece della paura. Si può scegliere ogni giorno di riconoscere il proprio valore invece di aspettare qualcuno all’esterno che lo faccia al posto nostro (e che non arriverà mai), si può scegliere ogni giorno di mettere i confini al proprio spazio invece che pensare di essere schiacciati dalla concorrenza.
La concorrenza scompare nel momento in cui ognuno di noi prende consapevolezza della propria unicità e del posto che occupa nel mondo.
E anche se non si ha una visione spirituale della vita, si può scegliere l’amore per se stessi: questo è il gesto più grande che possiamo fare per onorare la nostra presenza e il messaggio unico che abbiamo da portare al mondo!
Quest’articolo è stato approfondito anche su Medium.
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