Come mai noi donne possiamo cambiare la nostra forma del corpo? Il nostro corpo risponde agli stimoli interni ed esterni, fra cui quelli ormonali. In questo articolo ti racconto come potrebbe cambiare e perché.

Gli ormoni modellano il tuo corpo

Ho iniziato a osservare il corpo e a meravigliarmi di fronte alle sue diverse forme grazie a quella che io considero la mia guida nel campo della nutrizione, la dr.ssa Anna D’Eugenio, medico nutrizionista, che si esprime così nel suo libro riguardo al corpo femminile:

“Nella forma del corpo troviamo il passato, il presente e il futuro. Il passato, nell’informazione genetica che determina, il presente nel metabolismo che la sostiene, il futuro nel dinamismo che la esprime. Nulla nella materia vivente è statico, tutto è in divenire e questo è espresso dalla forma del corpo.”

Dr.ssa Anna d’eugenio

Questa affermazione rappresenta secondo me la bellezza e l’intelligenza del corpo, il quale costruisce il suo equilibrio giorno dopo giorno, in base alle caratteristiche genetiche ma anche e soprattutto a quelle epigenetiche, che riguardano la relazione con l’ambiente esterno: attraverso il cibo con cui lo nutriamo e lo “informiamo”, attraverso il contatto con l’ambiente e attraverso la qualità dei nostri pensieri e delle nostre emozioni.

Nei miei piani nutrizionali indico sempre la forma del corpo che caratterizza una donna, così da aiutare a comprendere l’organizzazione dei pasti, che non è standard e uguale per tutti, bensì di supporto a quella costituzione. La relazione fra cibo e ormoni infatti è reciproca e ne ho parlato approfonditamente qui.

I cambiamenti ormonali che influenzano la quotidianità

Gli ormoni sono di diversi tipi, quando mi riferisco alla forma del corpo sto parlando soprattutto degli ormoni dello stress (adrenalina e cortisolo), degli ormoni dell’equilibrio glicemico (insulina soprattutto) e degli ormoni femminili (estrogeni e progesterone).

Discorso a parte riguarda la tiroide, molto spesso tirata in ballo quando si tratta di metabolismo, a volte anche ingiustamente. La tiroide infatti per la mia esperienza è un organo di regolazione, motivo per cui il TSH potrebbe alzarsi quando c’è una resistenza o un campo di disturbo nell’organismo che non gli permette di svolgere al meglio la sua funzione. Nei prossimi esempi quindi lascerò da parte la tiroide che meriterebbe un discorso molto ampio.

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Gli ormoni nello stress: primo caso

Il primo caso, fra i più diffusi, riguarda sicuramente lo stress, in questo caso uno stress prolungato e cronico. Come ho scritto ampiamente nel mio libro “La nutrizione della bellezza”, il cortisolo è un ormone assolutamente positivo e ha le sue preziose funzioni.

Noi esseri umani non siamo progettati per sostenere lo stress nel lungo termine, poiché questo ci serve come meccanismo di sopravvivenza. Quando le nostri fonti di stress, che siano reali o anche solo percepite, continuano a sollecitare il nostro campanello di allarme interno, il cortisolo si alza e la sua azione determina un aumento generale del peso con ritenzione idrica e produzione di tessuto adiposo. Il quale, essendo un tessuto energetico di riserva, viene prodotto per tenerci al sicuro in periodi di allarme e potenzialmente di carestia.

Questo non accade in tutte le costituzioni: mentre alcune tipologie infatti prendono peso in determinate zone, altre invece cominciano letteralmente a consumarsi. Sotto stress tendono quindi a dimagrire e ad andare verso un catabolismo che spegne la fame.

Alterazioni glicemiche e resistenza insulinica: secondo caso

Ci sono alcune costituzioni che, più di altre, sono predisposte a un’alterazione della glicemia. Di conseguenza l’ormone insulina comincia a distribuire il tessuto adiposo a livello della pancia. Il tessuto adiposo in quella zona, conosciuto come viscerale, è molto attivo dal punto di vista metabolico, motivo per cui porta a una serie di disregolazioni, fra le quali il manifestarsi di insulino-resistenza.

Una condizione, questa, che se prima si osservava in genere dopo la menopausa, ora sta diventando sempre più comune e dove a soffrirne sono ragazze sempre più giovani, già nell’arco dai 20 ai 30 anni. Il rischio è quello di compromettere l’ovulazione e quindi di conseguenza un buon equilibrio ormonale, la fertilità e la buona riuscita di un transfer nei casi di fecondazione assistita e percorsi di PMA.

Gli ormoni dopo i 35 anni: terzo caso

Dopo i 35 anni c’è una fisiologia riduzione della riserva ovarica e la forma del corpo di una donna comincia a cambiare poiché viene meno l’equilibrio estrogeni-progesterone, con una riduzione della produzione di progesterone da parte del corpo luteo che si forma dopo l’ovulazione.

L’età può variare molto anche se negli ultimi tempi inizio a notare molti più casi di “menopausa precoce”, il cui fenomeno sarebbe interessante da indagare sia in termini fisici che psicologici e più in generale sociali.

In questa fase la percezione del corpo si fa confusa: non si riesce più a capire infatti cosa fa bene o cosa invece crea fastidi e tutte le piccole accortezze che prima funzionavano per stare meglio ora sembrano non funzionare più, soprattutto in termini di forma fisica, dove ci si sente più gonfie, appesantite e fuori controllo.

In questo caso bisogna capire verso che direzione sta andando questa fase di transizione in termini di equilibrio ormonale.

Questi sono i casi più comuni, ci tengo però a sottolineare sempre la nostra unicità, la quale determina un andamento diverso sia nella manifestazione del sintomo, sia nella sua cura.

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Foto di Ales Maze su Unsplash